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26 agosto 2025

c'era una volta...
Mary Catherine
la trota di lago più anziana al mondo
... e ci poteva essere ancora!

di Alessandro Zampieri
(tratto da una storia vera)

 

La superficie dell'acqua era uno specchio freddo e scuro, ma per Mary Catherine era il tetto di casa sua.
L'aveva visto cambiare milioni di volte in sessantadue anni: il ghiaccio pesante dell'inverno, la pioggia che scendeva a scrosci d'estate, il sole che la scaldava nelle giornate serene.

Non era nata vecchia; c'era stato un tempo in cui era solo una minuscola scintilla d'argento che si muoveva tra le correnti. Ma in ogni singolo giorno di quella lunga vita, non aveva fatto altro che esistere, adattandosi al mondo che la circondava.

​Non aveva nomi o memorie nel senso umano. Non sapeva di aver visto un secolo intero scivolare via, o che i suoi coetanei non c'erano più da decenni.

La sua resilienza non era una scelta consapevole, ma un'istintiva, profonda ostinazione della natura.
Aveva imparato a nascondersi dalle ombre troppo grandi che si muovevano sopra di lei, a distinguere il luccichio ingannevole di un amo dal brivido di una vera preda.

Le cicatrici sul suo corpo non erano segni di debolezza, ma la mappa di una vita di sopravvivenza.
Ogni scaglia mancante, ogni pinna sfregiata, raccontava una storia di fuga, di astuzia, di una ferrea volontà di continuare a nuotare.

​Per secoli, il "sapiens-sapiens" aveva guardato il lago dall'alto, disegnando confini, inventando regole, credendo di essere il signore di tutto. Aveva preso, costruito, modificato. Aveva lanciato le sue reti e i suoi ami, convinto che il mondo esistesse solo per essere sfruttato.

Ma Mary Catherine, dal profondo del suo regno d'acqua, sapeva una verità più grande. Sapeva che le stagioni sarebbero arrivate e andate, indipendentemente dai capricci umani. Sapeva che l'acqua avrebbe continuato a scorrere, che il fondo fangoso avrebbe nutrito nuove vite, che il sole sarebbe tornato ogni mattina a scaldare il suo mondo.

​L'uomo si percepiva come il custode, il dominatore. Ma la trota era la natura stessa. L'uomo era un visitatore di passaggio, rumoroso e ingombrante.
Ma Mary Catherine era l'eco millenario del lago. Con il suo corpo rugoso, con le sue scaglie quasi bianche per l'età, rappresentava un'affermazione silenziosa e potente: l'uomo non è il creatore del mondo, ma un suo infinitesimale prodotto.
Non siamo noi a contenere la natura, ma è la natura a contenerci.

​Alla fine, fu un pescatore a trovarla.
Ma nel momento in cui la tirò fuori dall'acqua, Mary Catherine non sentì la sconfitta.

Sentì il freddo dell'aria, la luce accecante e il peso di una fine che era solo un'altra tappa nel grande ciclo della vita.

L'uomo la guardò e per la prima volta, forse, si sentì piccolo di fronte a quell'antica maestosità.

Non era un trofeo, ma una storia, la memoria vivente che la vera forza non sta nel dominare, ma nell'esistere.

E mentre Mary Catherine chiudeva gli occhi, il lago continuò a sussurrare, e l'uomo si rese conto che non era il padrone del mondo, ma solo un suo effimero, ospite.

Troppo spesso sciocco e avventato.

Alessandro Zampieri

 


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