I.F.F.C.

..:: la pesca a mosca, la nostra passione ::..

10 giugno 2010
RITORNO SULLA SAVINJA

 

di Gianni Tacchini
foto di Gianni Tacchini, Michele Giroldi e Daniele Carbonera

Capita che nella vita di un pescatore ci si possa innamorare di un fiume. La bellezza del paesaggio, la cordialità delle persone, la qualità della cucina, la trasparenza delle acque, la ricchezza dei suoi pesci e quel senso di benessere che si prova in certe località sono elementi determinanti perché tutto ciò avvenga.
Nella mia trentennale esperienza di pesca con la mosca, mi sono innamorato di molte località piscatorie, dalla Sesia al Mastallone, dal Toce al Melezzo, dal Natisone al Resia, dal Piave al Tagliamento, dal Soca all’Idrica all’Unec, ma la Savinja ha un fascino unico nel suo genere.
La prima volta che mi sono recato su questo fiume è stato nel mese di giugno 2008 quando, terminato il 22^ corso base di pesca con la mosca artificiale organizzato dal mio club, il CPS NOVARA, avevo la necessità di portare gli allievi in un posto bello, pescoso e non eccessivamente caro. Ci sono ritornato nel mese di ottobre 2008 e anche quest’anno (giugno 2010), terminato il 26° corso base di pesca con la mosca artificiale, ho riproposto il medesimo itinerario per la gita sociale.
Presentato il programma agli allievi durante il consueto ritrovo del venerdì sera, subito in 4 vi aderiscono entusiasti.
Immediatamente prenoto le camere presso l’agriturimo Robnik (tkrobnik@siol.net), del quale serbo un ottimo ricordo per la qualità delle camere, la cortesia e l’ottimo cibo.

Il giovedì successivo (10 giugno 2010), di primissimo pomeriggio, saliamo sulle macchine e in circa 7 ore di viaggio superiamo i quasi 640 km che ci separano dalla meta: Luce ob Savinjia.
Durante la cena, oltre ai complimenti per la qualità e l’abbondanza del cibo, l’argomento principale era come organizzare la giornata piscatoria.
La proposta accettata da tutti, soprattutto dai più giovani (Michele di soli 10 anni e Daniele di 15) preferiva per un inizio di primo mattino (6,30) riposo dalle 13 alle 17 e ritorno in pesca sino alle 21,30 e oltre...

... in questo facilitati anche dalla cortesia di Suzana che ben volentieri accetta di prepararci la cena ad orari impossibili in Italia (non iniziavamo mai prima delle 22,00 per finire dopo le 23,00 appagati dalle prelibatezze genuine che ci preparava la padrona di casa).

La notte passa quasi insonne da tanta è la voglia di recarsi sul fiume e così il giorno successivo, acquistati i permessi all’Hotel Raduha di Luce, si è presto in pesca.
Già al secondo lancio abbiamo le canne piegate dall’energia delle bellissime trote, sia fario che iridee, del fiume.

In realtà io, essendo malato di “temolite”, non sono interessato ad attaccare una trota dietro l’altra, e mi dedico ai soli timallidi, selezionando rigorosamente le bollate.

Una malattia che ben presto attacco anche ai miei compagni, specie ai più giovani:

Per tutti quest’avventura è una pacchia. Le molte trote e i diversi temoli attaccati li entusiasmano.

Durante la cena ammettono di non aver mai neppure minimamente pensato di poter allamare così tanti pesci. Inutile dire quanti ne sono stati catturati, e poi rilasciati, in tre giorni, sarebbe noioso.

Basti dire che a fine gita eravamo tutti al settimo cielo e già avevamo di deciso di ritornarci alla prima occasione.
Il lunedì successivo, il momento più brutto di tutta la vacanza, o meglio, il momento dei saluti. Prepariamo in silenzio le valige, tristi ma con la promessa di ritornarci appena possibile.
Scattate le rituali foto prima della partenza, anche con momenti di commozione, saliamo in macchina e partiamo.

Guardo lo specchietto retrovisore e scorgo Suzana con suo marito Slauko ed il piccolo Luca che si sbracciano a salutarci.
Grazie Savinja, grazie Suzana e... a presto.

Estratto del Regolamento 2010:

la pesca sulla Savinja è suddivisa in tre zone così composte:
zona 1 – catch & release - dalle sorgenti sino a 50 m. a monte del ponte di Luce;
zona 2 - dalla confluenza della Luccica in Luce al ponte di Savinjski in Ljubno;
zona 3 - dalla diga Pekov in Ljubno alla diga Kolencev in Okonina.
E’ vietato spostarsi da una zona all’altra nella stessa giornata.
La pesca è consentita unicamente con canna da mosca e 1 mosca artificiale. Ami senza ardiglione o con lo stesso schiacciato o limato.
Quote giornaliere : 1 temolo superiore. a 50 cm o 2 iridee superiore. a 30 e 40 cm - trota fario e salmone del Danubio sempre vietati
Costo dei permessi: giornaliero €. 50 tre giorni consecutivi € 130,00
Per approfondimenti conviene consultare il sito www.rd-ljubno.si


La strada:

Per chi proviene da Milano, proseguire sino a Trieste e quindi seguire le indicazioni per Lubjana.
Premunirsi della vetrofania per i pedaggi autostradali sloveni presso il primo distributore in Slovenia. In prossimità di Lubjana proseguire in autostrada in direzione Maribor e quindi uscire a Sentrupert - Mozirje. Poi sempre diritto per Ljubno ed infine Luce. Uno stop qui è indispensabile per ammirare i numerosi pesci sotto il ponte e lungo l’asta della Savinja. Per arrivare all’agriturismo, proseguire seguendo l’indicazione Podvolovljek, attraversare il torrente Lucnica (divieto di pesca in pesca – zona ripopolamento) e seguire l’unica strada asfaltata sino in fondo. Qui un’indicazione in legno vi porterà su uno stradino sterrato e dopo qualche centinaio di metri sarete arrivati.
Ricettività turistica: Come già detto, abbiamo alloggiato all’agriturismo Robnik il cui costo per mezza pensione è di 30 euro giornaliere (e-mail: tkrobnik@siol.net tel. 00386 35 844 144)