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la mano sinistra

 

di Massimo Magliocco

 

Nel lancio della coda di topo, la mano sinistra possiede un ruolo di primo piano a volte più importante di quello svolto dalla destra. Il suo corretto utilizzo è di fondamentale importanza ai fini di una positiva riuscita del lancio.

Una grossa differenza esistente tra coloro che praticano la pesca a mosca e gli altri che usano tecniche diverse, oltre all'attrezzatura unica nel suo genere, la possiamo riscontrare nel modo in cui quest'ultima in funzione del lancio, viene utilizzata. Nelle altre tecniche per esempio, la mano più importante è quella che sostiene la canna che di solito è la destra, intesa come quella che opera direttamente sull'attrezzo, mentre la sinistra, si limita a fare da supporto o al massimo, a manovrare la leva del mulinello. Nella pesca a mosca invece, la fase di lancio vera e propria si basa sull'utilizzo di entrambe le mani dando a ciascuna un ruolo ben definito. Quella che sostiene la canna, per mezzo di quest'ultima, compie dei movimenti idonei finalizzati a proiettare la coda in avanti ma sempre in stretto rapporto con l'altra, che ha l'importantissima funzione di un controllo diretto e costante della lenza, che nella fattispecie è la coda di topo. Se guardando un pescatore all'opera ne analizziamo il lancio, ci accorgiamo subito che costui cerca sempre di tenere un contatto diretto con la coda in funzione di un concetto che si basa sulla sua massima tensione. Questo concetto estremamente importante, è basilare specialmente quando si lanciano code leggere ( DT 2/3 ), che a causa del loro basso peso, devono essere proiettate verso l'obbiettivo con estrema velocità per compensare la scarsa zavorra, e questa velocità, sarà tanto più grande quanto più tesa sarà la coda. La sinistra, deve però essere manovrata in maniera corretta, intendendo con ciò, che deve operare con dei movimenti razionali. Non serve ed è estremamente negativo utilizzata ‘pompando’, termine che sta a significare l'andirivieni della mano in su e in giù, rispettivamente quando si lancia indietro e avanti. Questo modo di operare e cioè trazionare la coda in basso nel lancio indietro, ritornare in su con la mano sinistra riavvicinandola verso il primo anello, per poi riscendere di nuovo in basso contemporaneamente all'operazione di rilanciancio in avanti, operando come in precedenza, sembra appunto una specie di pompaggio, che avrà dei momenti, durante la sua esecuzione, in cui le due mani inevitabilmente si avvicinano, e questo comporta una perdita di tensione estremamente negativa. Chi si ostina a fare su e giù con la mano sinistra, probabilmente non ‘sente’ la coda e inconsciamente, in questo modo, cerca di tenerne il contatto e quindi di bilanciare l'attrezzatura andandovi dietro, senza sapere che con questo movimento non fa altro che amplificarne le sensazioni di perdita di controllo. In oltre questo modo di operare, fa sì che le operazioni siano dettate da movimenti a ‘strappo’, termine che sta appunto a significare i movimenti bruschi che sono la causa poi di una coda non proprio pulita. Questo in gergo è detto ‘mini doppia trazione’, che nulla a che vedere con la doppia trazione vera e propria. L'ideale sarebbe muovere la sinistra con un movimento continuo, che scendendo in basso prosegue la sua corsa fino all'estrema distensione del braccio indietro senza stop, o, altra soluzione, tenerla ferma trazionando la coda solamente nel lancio finale in avanti, il tutto con un movimento continuo e progressivo. Il detto che nella pesca a mosca si lancia più con la sinistra che con la destra, ha una fondatezza assoluta. Per verificarla, basta chiedere a coloro che possiedono già un po’ di pratica, di provare a lanciare un po’ lungo senza utilizzare la sinistra. Si renderanno conto che il suo controllo diventa incerto se non addirittura impossibile. Nella doppia trazione vera e propria, il movimento definito prima di pompaggio, possiede una sua logica ben precisa, in quanto, a causa della grossa quantità di coda fuori, la sinistra deve assolutamente avere, nel lancio in avanti, un'escursione la più ampia possibile per tenere una giusta tensione in proporzione alla lunghezza della coda, pena la sua inesorabile caduta in basso. Tornando alla trazione semplice, un modo di come tenerla per averne un controllo migliore, è quello di farla passare intorno al dito indice per farla poi scorrere all'interno del palmo della mano.

Nei momenti in cui serve un'ulteriore tensione, come per esempio nella fase finale del lancio in avanti o nella spinta all'indietro, si può agire sulla coda con il pollice allargandolo leggermente e quindi aumentare ancora, anche se di poco, la tensione, avendo la conferma con questo, che anche le minime trazioni sono estremamente positive.

Da ricordare sempre che per un efficiente assetto in pesca, dopo ogni lancio sia in torrente e quindi stando in acqua, sia su una risorgiva stando a piede asciutto, la coda nel recupero, va avvolta in spire più o meno grandi intorno alle dita della mano sinistra. I motivi sono di carattere pratico, poiché abbandonarla in acqua sarebbe preda della corrente e creerebbe grosse difficoltà nel rilancio della coda, o nell'altro caso, si aggroviglierebbe intorno alle piante della riva con dei risultati ancora peggiori. A questo punto va detto anche che nel lancio non sempre è necessario avere una coda tesa, e questa dovrà essere tale solamente per alcuni lanci, ovvero tutti quelli che si definiscono veloci, cioè che hanno la funzione di far ‘viaggiare’ la coda velocissima in funzione a degli scopi precisi. Ma molte volte la tensione deve assolutamente essere annullata o quasi, ovvero in tutti quei momenti in cui la nostra coda, per esempio, deve essere necessariamente plasmata per poter combattere il dragaggio o per aggirare un ostacolo. Chi sa dosare i tempi di rilascio anticipato della sinistra, riesce bene nei curvi, nei rallentati, nei raggruppati ecc., cioè tutti quei casi in cui la velocità iniziale viene smorzata con il rilascio anticipato della coda. A questo punto molti si chiederanno: ma questa benedetta coda, come deve essere tenuta, tesa o lenta? La domanda più che pertinente propone una risposta semplice quanto razionale, e cioè che il controllo della coda deve assolutamente essere operato in relazione al tipo di lancio che abbiamo deciso di fare, potendo altresì affermare, che per poter effettuare bene un qualsiasi lancio, sia esso veloce che lento, è estremamente importante possedere la giusta sensibilità nel controllo della coda. Comunque è bene che tutti coloro che hanno deciso di migliorare il proprio lancio, si allenino in funzione di una coda tesa, poiché, una volta preso il controllo su di essa, il rilasciarla anticipato diventa un dettaglio.